I 4 pilastri per la ripresa economica di Europa e Italia
La commissione europea ha assicurato, tramite la presidente von der Leyen, il coordinamento di una risposta comune europea alla pandemia, soprattutto per rafforzare la sanità pubblica e attenuare l’impatto socioeconomico. Il piano d’azione, ancora non del tutto confermato, e per cui sono previsti altri consigli, sono 4:
Mes. Meccanismo europeo di stabilità o Fondo salva-Stati è un’organizzazione internazionale a carattere regionale nata come fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. Tramite questo strumento l’Eurogruppo ha proposto un “Pandemic Crisis Support”, una linea di credito per somme fino al 2% del Prodotto lordo del Paese in difficoltà, accessibile a tutti gli Stati senza condizioni eccetto che il denaro sia usato per il «finanziamento diretto o indiretto dei costi sanitari, di cura e prevenzione dovuti alla crisi Covid-19».
Sure. Come “sicuro” in inglese è in realtà l’acronimo “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency” e cioè un aiuto per affrontare i rischi della disoccupazione durante un’emergenza.
Si tratta di una vera e propria cassa integrazione europea che varrebbe 100 miliardi e andrebbe ad aiutare i Paesi membri tra i quali i più colpiti da COVID-19 come l’Italia.
Bei. La banca europea per gli investimenti è proprietà comune dei paesi dell’UE. Serve ad accrescere le potenzialità europee in termini di occupazione e crescita, a sostenere le iniziative volte a mitigare i cambiamenti climatici e a promuovere le politiche UE fuori dai suoi confini. Ha messo in campo un fondo di garanzia da 25 miliardi che punta a mobilitare fino a 200 miliardi di euro per l’economia europea. Il Gruppo Bei è destinato a svolgere un ruolo determinante nella lotta contro le conseguenze economiche della crisi.
Recovery Fund. Il Fondo per la ripresa è stato proposto dalla Francia, ed ha ottenuto il sostegno anche dell’Italia. Il Fondo avrebbe l’obiettivo di favorire una ripresa coordinata dell’economia dell’Unione europea, finanziando progetti legati alla transizione energetica, all’economia circolare e al digitale. Un altro obiettivo del fondo potrebbe essere quello di rendere l’Europa indipendente nella produzione di prodotti strategici. Il finanziamento del Recovery Fund passerebbe dall’emissione di Eurobond, titoli di debito sostenuti dall’intera Ue.
Ecco, dunque, cosa aspettarsi dall’Europa, e come, in teoria, il sostegno verrà messo in campo, per essere sicuri che tutte le buone intenzioni si tramutino in fatti, però, è troppo presto. Non ci resta che aspettare e continuare ad informarci.